lunedì 19 novembre 2012

Ortoressia, bigoressia e drunkoressia, le nuove facce del rapporto col cibo

I comportamenti su cui ora si sta cercando di fare chiarezza hanno nomi nuovi: ortoressia, bigoressia e drunkoressia e si differenziano da anoressia e bulimia per le modalità con cui ci si rapporta al cibo. L'ortoressia, per esempio, è l'atteggiamento di chi prova una sorta di ossessione per i cibi giusti e a differenza di chi soffre di anoressia o bulimia che è ossessionato dalla quantità, la preoccupazione dell'ortoressico è la qualità del cibo: deve poter accertarsi che l'alimento è sano, puro e attivo nella prevenzione delle malattie. Questa premessa impone un regime talmente rigoroso da esporlo paradossalmente al rischio di carenze nutrizionali gravi e quindi di danni dovuti alla drastica riduzione di vitamine e sali minerali (avitaminosi e osteoporosi». Le ricadute sono anche sociali: per acquistare, controllare e cucinare cibi sani in modo sano si arriva a rinunciare, per mancanza di tempo e difficoltà ad adattarsi, al lavoro e alle relazioni sociali. «Il soggetto ortoressico» spiega Marcello Giovannini, presidente della Società italiana di nutrizione pediatrica (Sinupe) «deve programmare sempre scrupolosamente i pasti e di conoscere ogni singolo ingrediente contenuto negli alimenti assunti e spesso porta con sé cibi pronti e stoviglie personali durante i pasti consumati fuori casa. Prova poi disgusto nell'assumere sostanze non naturali, per paura di contaminare il proprio corpo ed è estremamente severo con se stesso nel seguire la dieta prefissata». Chi soffre di bigoressia ha invece la preoccupazione di essere troppo debole e magro. Si tratta di un fenomeno recente osservato prevalentemente nella popolazione maschile tra i 15 e i 23 anni, soprattutto tra i frequentatori di palestre e appassionati di body-building. «A differenza della paziente anoressica, che si vede grassa pur essendo magrissima, il bigoressico si vede sempre magro e debole anche quando ha raggiunto un fisico molto atletico, con conseguente deflessione del tono dell'umore». Inoltre, spiegano gli esperti, la priorità che viene data all'allenamento può compromettere la vita socio-lavorativa mentre l'insoddisfazione della forma fisica spingono ad assumere ormoni androgeni, farmaci anabolizzanti e sostanze ergogeniche illecite, con rischio di grave compromissione epatica e renale. Infine, c'è la drunkoressia, termine coniato dai giornalisti del New York Times per descrivere un nuovo pericoloso comportamento alimentare emergente tra le adolescenti: digiuno prolungato durante il giorno per poter arrivare ad assumere ingenti quantità di alcolici all'ora dell'aperitivo. In questo caso, però, la volontà di dimagrire non è fine a se stessa, ma è strumentale all'assunzione di alcol: durante il giorno si "risparmiano" calorie che possono poi essere spese in alcolici e superalcolici alla sera. L'alcol diventa così uno strumento per integrarsi socialmente, per non avvertire il senso della fame e, in alcuni casi, anche per indurre il vomito. Ai danni tipici dell'anoressia si sommano i rischi derivanti dall'abuso di alcolici, cioè epatopatia, neuropatia periferica e danni al sistema nervoso centrale.